Alice: È impossibile…
Il Cappellaio Matto: Solo se credi che lo sia
“Che cosa vorresti?”. Se rivolgiamo una domanda semplice e innocente come questa a chi ci sta accanto, un familiare, o un amico, si aprirà in loro una finestra di emozioni, spesso sconvolgenti, e ogni risposta avrà in sé anche tanta sofferenza che riemerge rapida in superficie:
“vorrei che lui ritornasse”; “vorrei essere amato”; “vorrei non avere paura”; “ vorrei che mio padre fosse orgoglioso di me”; “vorrei poter guarire”; “ vorrei essere soddisfatto”; “ vorrei riuscire a prendere una decisione”; “vorrei non aver agito così”.
Tanti vorrei e tanti desideri, legittimi, comprensibili ma che nascondono spesso delle storie fatte di dolore e sofferenza esistenziale così forti da indurre a volte a chiedere aiuto: ai familiari, ad un amico, alla religione o ad un terapeuta.
La vita è costellata di momenti di svolta, voluti o subiti, eventi carichi di significato, spesso situazioni “al limite” che possono diventare occasione di cambiamento a patto che ci si lavori sopra affinché diventino “esperienza di crescita”.
Thomas Hardy coraggiosamente diceva: “se una via verso il meglio esiste, è quella che esige una conoscenza profonda del peggio”.
Come psicologa mi impegno ad accompagnare le persone ed aiutarle a trasformare la paura del cambiamento in coraggio, a migliorare le proprie relazioni e a sostenere la nostalgia per i legami forti e significativi ormai perduti, a rendersi consapevoli delle proprie risorse e della possibilità di aprirsi a nuove scelte e soluzioni.