Difficoltà relazionali

Difficoltà relazionali

L’orientamento sistemico-relazionale che ho scelto, percepisce il sintomo o le difficoltà di una persona, come la “voce” di dinamiche relazionali disfunzionali all’interno della famiglia o del contesto di vita della persona. Il focus sono le relazioni tra le persone, e l’obiettivo quello di creare un contesto relazionale in cui il cliente possa trovare le sue soluzioni, le sue vie d’uscita da difficoltà e sofferenze. A tal fine viene esplorato il contesto in cui la persona vive e in cui si sono manifestati i problemi che diventano, quindi, funzionali al cambiamento desiderato.

Nel Paese delle Meraviglie, Alice all’improvviso cresce fino ad assumere dimensioni gigantesche. La sua esperienza è di essere diventata più grande, mentre la stanza diventava più piccola. Se Alice fosse ingrandita in una stanza che s’ingrandiva di pari passo con lei, la sua esperienza sarebbe stata diversa. Soltanto se Alice o la stanza fossero cambiate, tutto avrebbe avuto un’evoluzione diversa. Semplice ma vero. È quello che un terapista sistemico cerca di fare, aiutare Alice a cambiare all’interno della sua stanza.

INDIVIDUO

Quanti di noi, in qualche momento della propria vita ha sentito il bisogno di rivolgersi a qualche professionista- terapeuta-psicologo? E quanti non hanno trovato il coraggio di farlo o non hanno voluto assecondare il bisogno per qualche legittima considerazione? Direi molti.

Ammettere di avere qualche debolezza e/o problema, disagio o sofferenza non è facile per diversi motivi, spesso per difesa, altre volte invece rimanere nella sofferenza e nel dolore è preferibile alla paura di un cambiamento: “voglio cambiare la mia vita, ma non voglio cambiare”.

Il presupposto iniziale è che ogni crescita individuale passa attraverso un qualche tipo di cambiamento, e che ognuno può agire solo ed esclusivamente su di sé questo cambiamento. La propria crescita individuale, inevitabilmente, avrà effetti sul sistema di riferimento, sia esso la famiglia, o la coppia, in un gioco di reciproche influenze che cambieranno le dinamiche relazionali.

Prendersi cura della nostra vita significa anche prendersi cura delle nostre relazioni, dei nostri pensieri e comportamenti, delle nostre emozioni e delle  ferite dell’anima che puntualmente riaffiorano quando la vita ci pone davanti  a degli ostacoli.

 

ESSERE COPPIA, ESSERE GENITORI

Nel passaggio da “due” a “tre”, la relazione di coppia è destinata a cambiare e la famiglia dovrà trovare nuovi equilibri e accordi, adatti alla nuova e affascinante situazione. Quindi, la nascita di un figlio ha una grande influenza sulla relazione tra marito e moglie (o compagno e compagna che sia). Si tratta di uno dei momenti più critici del ciclo di vita della coppia, che se non opportunamente superato nelle sue fisiologiche difficoltà e conflittualità, potrebbero riproporsi problematiche negli stadi successivi del ciclo vitale.

La madre viene completamente assorbita dal compito materno, esperienza intensa ed appagante. La relazione con il bambino, proprio perché lui dipende da lei in tutto e per tutto (specialmente nei primi tempi), diventa il centro della sua vita, la sua fonte di felicità.

Il padre vive molto diversamente questa prima fase di vita a tre, i suoi cambiamenti riguardano soprattutto la vita pratica, le giornate e la loro nuova organizzazione. Capisce di avere un compito marginale seppur importante nella gestione emotiva della relazione madre-figlio. Si adatta, diminuisce le sue aspettative, si mette in secondo piano, in attesa che la compagna torni a preoccuparsi ed occuparsi anche di lui. A volte si sente coinvolto in questa esclusiva relazione, altre volte escluso con rammarico. Passera? Sarà veramente una separazione temporanea? Quando potrò rientrare a far parte di questa unione, anzi quando potrò separarli senza conseguenze?

Sono i tanti quesiti che il neo-padre si pone, a volte preoccupato, altre sollevato dalle responsabilità e defilante dalla relazione. Un aiuto in questa difficile impresa può contribuire a trovare le risposte che entrambi i partner si pongono per abituarsi al loro nuovo ruolo di genitori senza trascurare la coppia, con i suoi bisogni e spazi.

 

FAMIGLIA

La strutturazione dei legami, soprattutto all’interno della famiglia, è un meccanismo molto complesso e sostanzialmente sconosciuto. Soprattutto, la famiglia, è un sistema aperto in trasformazione, cambia e si adegua a nuove situazioni del suo ciclo vitale, riceve e trasmette adattandosi di volta in volta alle diverse richieste degli stadi evolutivi.

I suoi compiti non sono facili: rapporti tesi con le famiglie d’origine, tensioni interne o esterne che emergono in alcune fasi evolutive che impongono di negoziare nuove regole familiari, tensioni intorno a problemi specifici, conflitti impliciti e alleanze.

La famiglia rappresenta un sistema relazionale nel quale ogni membro esiste come individualità e come parte del sistema stesso: “un sistema che supera e articola tra di loro, le varie componenti individuali”. Acquista rilievo, in quest’ottica, come oggetto di indagine, le interazioni ossia ciò che accade al suo interno tra le varie unità che la costituiscono, le modalità con cui i cambiamenti di ciascun membro sono seguiti o preceduti da cambiamenti di tutti gli altri.

Ma la famiglia è anche luogo di risorse infinite, protagonista attiva della sua evoluzione e trasformazione anche in situazioni di difficoltà, luogo indiscusso, a cui ridare la completa gestione dei suoi problemi relazionali.

 

 



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